Livorno. Meno navi ma un po’ più grandi che in passato, e dunque trasportando più merce che in passato: sembra essere questo, almeno dalle prime indicazioni che è stato possibile raccogliere, l’identikit dell’andamento dei traffici marittimi nel porto di Livorno nei dodici mesi dello scorso anno. Già questa è una sottolineatura tutt’altro che marginale: l’aumento della dimensione media delle flotte in arrivo rende ancor più evidente il peso delle strozzature fisico-geografiche del porto che lo limitano sia nel pescaggio massimo ammesso sia nella larghezza del canale di accesso che nel raggio del bacino di evoluzione. Tradotto: è ancor più pressante l’urgenza dell’espansione a mare in cui da tempo si vede la soluzione per uscire dagli intoppi creati dal fatto che, negli ultimi cent’anni, il nostro porto si è sviluppato verso terra escavando canali e darsene. Ancora non sono stati messi nero su bianco i dati ufficiali ma, da quel che si può ricavare incrociando le anticipazioni, il Terminal Darsena Toscana è arrivato a un passo dai 470mila teu mentre Lorenzini è rimasto d’un niente al di sotto di quota 300mila teu. A segnalarlo è Shipping Italy, indicando per Livorno «un totale di oltre 767mila teu per lo scalo labronico (erano 716.223 un anno prima)». In concreto, se questi dati ufficiosi venissero confermati si tratterebbe di una crescita superiore ai sette punti percentuali. Al contrario, in fatto degli arrivi di navi, l’Avvisatore Marittimo segnala un calo complessivo di due punti. Tutto questo significa una accelerazione rispetto alla prima metà di quest’anno: quando – e questi sono dati ufficiali dell’Authority guidata dal presidente Luciano Guerrieri con Matteo Paroli segretario generale – il calo del numero di navi era di poco superiore all’un per cento e l’incremento di contenitori era rimasto ben al di sotto della metà (2,2%) di quel che si sarebbe registrato su scala annuale. La crescita di sette punti e i 767mila teu non saranno un risultato trascendentale e non scalfiranno il record del 2016 (800mila teu e spiccioli), ma rappresenta un certo qual segnale di vitalità dopo l’annata choc del Covid e in una situazione ancora contrassegnata dall’emergenza che, a dispetto della ripartenza economica, si fa comunque sentire sulle grandi direttrici dell’interscambio commerciali. Basti pensare quel che hanno significato i contraccolpi sull’andamento dei mercati di materie prime e semiconduttori, e come tutto questo si è trasformato in un azzoppamento delle potenzialità della ripresa…Per capire le dinamiche reali dei traffici bisogna aspettare le cifre ufficiali di Palazzo Rosciano: ad esempio, c’è da verificare cosa è accaduto nella “geografia” dei trasbordi con i quali ciascun operatore effettua gli smistamenti fra il flussi transoceanici e quelli su scala più limitata, magari all’interno del Mediterraneo. Idem per quanto riguarda il posizionamento dei contenitori vuoti: a maggior ragione in un contesto come quello attuale in cui gli squilibri nella disponibilità di contenitori da riempire ha perturbato a lungo i traffici.Non è tutto: solo quando il quadro sarà completo si potrà stabilire se, come par di intuire, vi sia stato un travaso fra sponda tirrenica e sponda adriatica. A tutto vantaggio del Mediterraneo Occidentale: con Trieste e Venezia in annate color grigio mentre, al di là di quel che è accaduto a Livorno, sia La Spezia che Genova viaggiano su incrementi percentuale in doppia cifra.Dall’Avvisatore Marittimo, come dicevamo, giunge la segnalazione che le navi arrivate nel porto di Livorno nel 2021 sono state 6.246, più di 17 al giorno. «Due navi su tre sono traghetti o ro-ro: rispettivamente costituiscono il 43% e il 25% del traffico navi». Invece le portacontenitori rappresentano «il 10% del totale degli arrivi», dice Fabrizio Moniga. Lo fa raccontando il doppio record dal punto di vista delle dimensioni: la nave più lunga entrata nel 2021 nel porto di Livorno è stata la “Msc Maria Elena” (portacontainer), 336,6 metri di lunghezza; quella più larga, la “Clara” (ex Supreme), una petroliera che trasportava “crude oil”, 50 metri di larghezza. «Entrando nel dettaglio dei numeri, – afferma – si è registrato un calo dell’8% sulle navi portacontenitori: sono state 637. In calo del 5% la sommatoria dei tonnellaggi lordi». È da aggiungere che «migliora del 10% il traffico dei traghetti ma il contributo positivo è stato solo in primavera: male invece gennaio e febbraio con saldi negative del 18%».
Fonte: Mauro Zucchelli (Il Tirreno).