Livorno. La Darsena Europa è il progetto-chiave per consentire al porto (e alla città) di ruzzolare nel declino, ma prima di vederne l’operatività passeranno anni e dunque c’è la necessità di mettere in pista qualcosa di più immediato: quel “qualcosa” è il microtunnel. Anzi, per meglio dire: l’allargamento del canale di accesso al “cuore” del porto nel tratto dalla Darsena Petroli porta alla Darsena Toscana, alla Darsena 1 e al Canale Industriale passando ai piedi della Torre del Marzocco. Sotto l’albero di Natale abbiamo trovato il via al progetto definitivo del dragaggio che rimodellerà il fondale – spiegano dal quartier generale dell’Authority – «a una profondità di 13 metri su un’area di circa 24mila metri quadri», in pratica una striscia di larga 40 metri per un tratto di 630 metri, in vista della risagomatura che allargherà il canale. È un appalto da un milione e mezzo di euro: per fare i lavori l’impresa aggiudicatrice avrà quattro mesi di tempo: «Una volta completati, consentiranno di allargare il volume navigabile del Canale, garantendo anche un più sicuro transito delle navi di grossa stazza», è l’aspetto sul quale l’Authority insiste.Inutile dire che, siccome siamo vicini a una architettura-gioiello del Rinascimento, bisognerà evitare da metterne a rischio la stabilità. Sarà dunque un allargamento fra le sponde, ma soprattutto nella parte subacquea: si guadagnerà in larghezza sotto il pelo dell’acqua grazie a pareti laterali verticali anziché oblique come sono adesso, dunque con una sezione del canale larga anche in fondo invece che a “V”.Da Palazzo Rosciano, sede del “governo” del porto, si rende noto che il presidente Luciano Guerrieri ha firmato il provvedimento dell’ok al progetto esecutivo che comporta il dragaggio di 77mila metri cubi di sedimenti: l’ha messo nero su bianco la società Acquatecno. A ciò si aggiunga che «nei lavori è ricompresa anche la demolizione di quanto rimasto del pontile n. 13, il cui tratto terminale, per complessivi 35 metri, era stato smantellato all’inizio di marzo», sottolinea la squadra tecnici dell’istituzione portuale guidata dall’ingegner Enrico Pribaz. Spiegano che «il bando di gara verrà pubblicato nei prossimi giorni su “Start”», il sistema telematico della Regione Toscana.Beninteso, parliamo del varo del progetto definitivo: ancora adesso lungo la sponda nord sono presenti le condutture di Eni, l’obiettivo è quello di far marciare le cose in parallelo per guadagnare sui tempi burocratici: anche perché adesso c’è da bandire l’appalto, poi da raccogliere le offerte, metterle a confronto e determinare l’aggiudicatario. Nello stesso periodo l’Eni provvederà a fare la propria parte: infilando dentro il microtunnel (che passa sotto il fondale) le nuove condutture che collegheranno la Darsena Petroli e la raffineria, poi eliminando quelle attuali. È un appalto importante in sé (maggiore agibilità) ma soprattutto per il segnale che manda al mondo degli operatori del settore: il porto di Livorno ce la mette tutta per non stare con le mani in mano e farà qualunque cosa per aiutare i vostri traffici, potete starne certi. Figurarsi che è già dall’ottobre dello scorso anno che è stata, seppur non ufficialmente, in certo qual modo annunciata l’intenzione di far entrare nel porto di Livorno navi portacontainer da 11mila teu. Niente di nero su bianco, però, fra gli addetti ai lavori si sa che fin dal settembre 2020 al centro Msc di Sorrento si sono dati appuntamento tecnici specializzati dell’Authority livornese, di Msc e del terminal Lorenzini (che è la società partecipata a Livorno dal colosso ginevrino-napoletano fifty-fifty con le famiglie labroniche Lorenzini e Grifoni), del Corpo dei Piloti e della Capitaneria per testare su un simulatore all’avanguardia le manovre di ingresso nel porto di Livorno di navi appunto da 11mila teu facendo fronte a tutti gli scenari di vento e condizioni meteo, comprese quelle più problematiche dalle più semplici alle più estreme. Tutto ok: e per capirci di cosa stiamo parlando, vale la pena di ricordare che nell’agosto di sette anni fa era stato salutato come un evento il fatto che fosse entrata nel nostro porto una portacontainer Maersk da 7mila teu e che solo nel 2017 hanno fatto capolino le navi Msc da 9mila teu. Sempre dovendo fare i conti con le stesse strozzature fisico-geografiche di un porto escavato verso terra: i fondali non possono andare più giù di meno 13 metri perché è a quella profondità che sono basate le banchine, idem per il bacino di evoluzione (e ora si prova a limare un po’ il fattore larghezza). Eppure intanto, anche grazie a una mobilitazione della community portuale, seppure in mezzo ai litigi fra gli operatori e alle impuntature del passato fra Authority e Capitaneria, alla fin fine si è trovata la quadra di provvedimenti che hanno consentito, ad esempio, di ridurre i limiti all’agibilità anche sul fronte notturno… Il fatto che per una nave lunga 325 metri e larga 48, 11mila teu di capacità di carico, si ipotizzi un pescaggio di 11 metri significa che saremo tutt’altro che a pieno carico: ma, come si diceva, al di là di questo il messaggio è chiaro. Mauro Zucchelli (Il Tirreno)